Davanti a un pallet, anche a 1000 km, i tre soci di Paterlegno non hanno paura di prenderlo e portarlo dove serve. E lo fanno da 25 anni, oggi in tutt’Italia.
di Luca Maria De Nardo
Quest’estate Paterlegno di Paterno (PZ) ha festeggiato i suoi 25 anni di attività con una grande festa che ha riunito centinaia fra parenti e amici dei tre soci e numerosi fornitori e clienti.
L’azienda è cresciuta costantemente fino a diventare, da una piccola realtà di un’Italia che non tutti sanno collocare geograficamente, un’impresa di livello nazionale, con piattaforme a Mantova, Chieti, in Toscana e in Puglia.
Poche province sfuggono alla rete dei tre soci che, oltre a servire due pooler internazionali del pallet (35% del giro d’affari), si occupano al 65% di recupero del legno e di logistica degli imballaggi.
Con oltre 50 collaboratori, altri 30 dell’azienda satellite Patertrans (35 autotreni di proprietà), i tre amici guardano ad un’altra Italia “non satura”: ci sono ancora spazi ed aree di inefficienza da servire.
Nell’ascoltare la storia dell’azienda, raccontata da Donato Russo a nome anche degli altri, colpisce innanzitutto l’assenza di competenze in fase iniziale: “Non sapevamo neppure che si misura in metri cubi e non a kg – ricorda Russo – La nostra ignoranza era abissale ma ciò che ricordo di quel momento, quando durante un viaggio in macchina uno dei 4 soci iniziali ci parlò del business del legno, capimmo che potevamo farcela.”
Quali ingredienti per il successo?
Russo tenta la risposta:
- capire dove gira il denaro, i suoi flussi;
- osservare attentamente senza dare nulla per scontato;
- farsi le domande giuste e darsi delle risposte;
- il coraggio di rischiare;
- avere le spalle coperte non dai soldi ma da soci che condividono con te la priorità: il bene della società;
- avere una donna accanto che tifa per te e il tuo progetto;
- avere stima dei tuoi compagni e dei tuoi collaboratori.
E fortuna, ma senza dimenticare che “Audaces Fortuna Iuvat”.